Verifiche periodiche messa a terra
Il comma 1 dell’art. 4 DPR 462/01 indica che:
“Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell’impianto, nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennale.”
Ciò sta a significare che per il datore di lavoro è un obbligo la verifica periodica degli impianti di messa a terra ogni cinque anni, tranne che nei casi indicati dalla legge (cantieri, ambienti sanitari e luoghi di lavoro a rischio alto) dove, invece, la verifica viene richiesta ogni 2 anni. Il controllo della messa a terra deve essere effettuato da società di verifica abilitate dal Ministero dello Sviluppo Economico, o in alternativa dalle Asl o dall’Arpa.
È necessario anche che in ogni azienda sia realizzato un programma di manutenzione degli impianti elettrici che preveda:
- interventi di riparazione in caso di guasti o malfunzionamenti;
- sostituzione di linee e morsetti se usurati;
- analisi del funzionamento dei dispositivi a corrente differenziale;
- pulizia e spazzolatura dei morsetti.
In caso di mancato controllo degli impianti di messa a terra il datore di lavoro incorre in sanzioni penali, ovvero l’arresto da 3 a 6 mesi o un’ammenda tra 2500€ e 6400€. Una volta effettuate le verifiche occorre farsi rilasciare un documento di attestazione, che va quindi conservato in azienda e mostrato in caso di ispezioni. La mancanza di tale documento causa una sanzione amministrativa tra 500€ e 1800€.
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